Ne avevo accennato altrove, questa è una delle poesie che mi ha colpito, e che, in qualche modo, mi ha cambiato. È di Rabindranath Tagore, poeta indiano (ovviamente, ma non mi metterò qui a argomentare pro o contro le filosofie induista e buddhista).
XLV è il titolo, perchè nella raccolta le poesie non hanno titolo, ma solo numero.
XLV
Agli ospiti che devono partire
augura buona fortuna, e poi
cancella le orme dei loro passi.
Stringi al petto con un sorriso
ciò che è facile, semplice e vicino.
Oggi è la festa dei fantasmi
che non sanno quando moriranno.
La tua risata sia soltanto
una insensata allegria
come le scintille di luce sulle onde.
La tua vita danzi lievemente
sul limitare del Tempo
come la rugiada
sulla punta d’una foglia.
Sulle corde della tua arpa
suona fuggenti melodie.