in pausa pranzo esco e vado in un buffet sushiwok. il posto è dignitoso, i camerieri cinesi ancora non si sono accorti di non essere in una catena di montaggio, o forse sono solo più consapevoli dei clienti, ma nel complesso il posto è dignitoso.
i sushi sul kaiten mi paiono orribili. schegge di verdure e campioni di tessuto di pesce in meloni di riso: mi rifarò con il buffet cinese.
il mio problema è la gente. tutti mi paiono bruttissimi, non solo esteticamente. bruttissime persone proprio, volgari, distorte, spente, abbrutite.
persino i bambini e i giovani, che di solito incarnano tutta la speranza e quanto di buono ci può essere nel mondo, qui sono sgradevoli, goffi, sformati.
li giudicherei, ma se questo è quello che vedo negli altri, io non posso essere meglio. penso però che da giovane io non avevo ancora lo sguardo offuscato da questa noia e questa compassione. giudicavo tutto, elevavo quello che andava bene e disprezzavo quello che lo meritava.
avevo una luce negli occhi con cui mettevo a fuoco il mondo, ma forse oggi è la luce che filtra da fuori, che è la luce sbagliata.