Identità e idioti

Se non mi confronto con degli idioti immediatamente la mia autostima vacilla
“L’idiota sono io?” mi chiedo, un po’ spaesato.

Ma questo non è (solo) un problema di autostima, ma di identità, oltre a una approfondita comprensione delle conseguenze della fallacia Dunning-Kruger.
Sto pensando ad alcune storielle, abbozzi di raccontini che un giorno mi piacerebbe avere il tempo di scrivere.
Se non mi trattengo finisce sempre che continuo a parlare di quanto sia difficile stabilire e fermare la propria identità. Evidentemente è un problema piuttosto centrale per me.

Non serve che vi dica che “idiota” rimanda però esattamente al punto di partenza di questo post: un individuo singolare nella sua identità.

Ci ho lavorato tutta la vita, ma ancora mi sfugge come faccio io a essere un idiota, se non ho nemmeno una identità?

Beati gli idioti, che hanno tutte le certezze

Democrazia assoluta

Rilancio un ottimo articolo, che secondo me centra in pieno il problema di certe polemiche su dichiarazioni di esponenti politici del PD (http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2017/05/12/stupro-piu-inaccettabile-se-compiuto-da-un-profugo-bufera-sulla-serracchiani_06b0e5e6-c3a2-4501-bbad-3d26b070cecb.html)
La questione qui non è il crimine in sé, che è sempre e comunque da condannare, ma la sensazione di tradimento che lo accompagna quando viene perpetrato da un rifugiato, e che pesa come una aggravante.

Qualcuno ha addirittura parlato di razzismo, ma che razzismo sarebbe quello che discrimina sulla base dei comportamenti e non della razza?
Dobbiamo impegnarci tutti di più! Se discriminare sulla base dei comportamenti è razzismo, allora siamo tutti razzisti, ma di bassissima lega (ahah, scusate il gioco di parole).
Io sto davvero diventando un radicale: non importa il colore della pelle, la ‘razza’, le origini e i quarti di sangue blu o verde o viola, la cultura di provenienza, l’antropologia; l’importante è il comportamento, e la capacità di aderire a delle regole laiche di rispetto del prossimo (e dello Stato) che devono essere comuni e condivise, alla faccia del rispetto delle culture diverse, perché se una cultura consente o incoraggia lo stupro (o l’omicidio rituale, o il totalitarismo, o l’integralismo, o qualsiasi comportamento che automaticamente esclude la convivenza pacifica) allora purtroppo è in conflitto con un aspetto imprescindibile della convivenza tra umani, e non può essere tollerato.
Chiamatela democrazia assoluta.

Sorgente: Razzista a mia insaputa (ma in buona compagnia)