L’inverno è l’ombra della primavera

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Visto che è primavera… tanto vale insistere nella ripetizione meccanica dei miei cliches.

Riascoltavo per caso questa canzone dopo decenni, e ho ritrovato una descrizione sorprendentemente chiara di certe dinamiche che mi stavano molto a cuore. Forse ci stanno ancora.
Di sicuro da queste parti ci sono delle fondamenta della mia cosmologia.

Personalmente sono imbarazzato dall’aver dimenticato che ogni atto o pensiero detestabile che ho realizzato, in qualche modo deve essere passato attraverso questa paura.
Potrei dire che è anche da qui che si è sviluppata programmaticamente la mia controfobia.
Inquietante, vero?

Ma c’è di peggio (e di meglio), perché questo non riguarda solo me, ma tutti voi – visto che può rimandare alla radice della maggior parte dei desideri.
Vi ricordate di avere vissuto, almeno una volta, quello che è descritto nella canzone?
Dove vi ha portato? Cosa sareste oggi senza questi bad trip da incubo?
Probabilmente delle persone normali – ahimè.
Se non ci siete mai passati cosa potete portare nella mia vita di altrettanto interessante?

Ma, soprattutto, se non siete passati attraverso un’ombra, di quale vostro coraggio avete avuto paura?

Ci sto: mostrami il mondo nei tuoi occhi

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ricapitoliamo: l’assenza di reazioni da parte della comunità digitale produce gli effetti di un nuovo tipo di solitudine più ampia e sfaccettata. Sarebbe impossibile sentirsi soli se non ci fosse una folla vociante tutto attorno. E i quindici anni non passano davvero mai…

È arrivata la primavera e io sprizzo scintille come un ferro incandescente colpito dal maglio – e mi cadono tutte in fondo agli occhi; Ecco perché se oggi dovessi restringermi in una canzone sceglierei