In attesa di pensare a cose impossibili ho riscoperto questo blog, e in particolare questo articolo.
Io sono un testardaccio, e se Paolo Zardi (l’autore, ovviamente) è riuscito a farmi cambiare idea su “La fattoria degli animali” così, nello spazio di un articolo, beh, ho trovato un’altra voce che merita finalmente tutta la mia attenzione.
Seguitelo: secondo me si merita anche la vostra (e quella dei vostri amici, familiari, parenti… fate condurre un palinsesto televisivo a quest’uomo!)
Credo che più o meno tutti, ogni tanto, si divertano a stilare classifiche in cui raccogliere i film più sopravvalutati, le donne più sottovalutate, le città inspiegabilmente più famose, e via dicendo. E’ un piccolo gioco in cui ci si diverte a provocare colpendo quelli che per molti sono i mostri sacri. Io, talvolta, lo faccio con i libri. Mi piace, ad esempio, ribadire in ogni occasione che “Norwegian wood” di Murakami è un romanzo inutile – potrebbe ridursi a dieci pagine o contenerne mille, e non cambierebbe nulla; oppure sottolineare che Don De Lillo, che pure avrebbe tutti i requisti per essere amato da un lettore come me, è un autore privo di un vero talento o che, quanto meno, gli manca completamente la dimensione dell’ironia, colonna portante del romanzo occidentale. Non me la prendo mai con gli autori poco noti che non mi hanno convinto, perché attaccare uno…
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