4 pensieri su “Com’è complicato semplificare

  1. Bellissimo articolo,grazie Andrea! ( Che meravigliosa esperienza leggere queste parole! Da eterna estimatrice della semplicità trasversale,intesa come chiarezza comunicativa estesa a tutti gli ambiti,non posso che entusiasmarmi e perdermi fra concetti esplicativi che fanno della volontà di spiegare la propria essenza. Snobbata,ridicolizzata,associata ad ignoranza e ghettizzata a dismisura,la semplicità di linguaggio ha sopportato angherie ed ingiuste definizioni nel corso dei secoli. Ciò che,a mio avviso,rende nobile un discorso è invece la capacità di saperne scegliere i vocaboli,tentando la via della comprensione ad ampio spettro,in una sorta di sintassi trasparente,seppur impeccabile,perfettamente intuibile e magnificamente universale. Prerogativa degli animi umili,il desiderio di farsi comprendere non si nutre di discorsi barocchi,ma coltiva un’ ambizione sana,non fine a se stessa ma intimamente predisposta all’apertura del linguaggio. In tempi poi come i nostri,dove congiuntivi e punteggiatura sfiorano l’esilio,la capacità di semplificare concetti e scritture è una missione encomiabile,frutto di un’intelligenza propria che non ha sicuramente bisogno di abbigliarsi a paroloni. La ringrazio per la piacevole lettura e le auguro una splendida serata,signora Luisa.)

    • Ah, siamo d’accordo! È difficilissimo bilanciare il linguaggio specifico e la fruibilità di un testo tecnico, ma anche in un racconto la chiarezza di esposizione è un traguardo che nemmeno molti scrittori famosissimi possono vantarsi di avere raggiunto (e non parliamo della scorrevolezza).

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