Questa meditazione viene suggerita perché ho scoperto, con colpevole ritardo, che non è il normale sentire di tutti.
Se invece tra i quattordici e i ventisei anni non avete immaginato nessun altro modo di percepire il mondo, scrivetemi, perché nonostante le prove del contrario al momento non siamo in molti, e credo varrebbe la pena conoscersi e condividere queste esperienze per trarne qualcosa di utile, tipo fondare un partito politico, o una religione. Qualcosa del genere.
La tensione fisica:
Trovate un ambiente protetto, ovvero al riparo da stronzi di qualunque natura o situazioni di pericolo.
Se siete paranoici, ma non claustrofobici, è preferibile iniziare dalla vostra camera blindata, con una scorta di ossigeno, viveri e uno scarico per i rifiuti.
È necessario un qualche genere di stimolo al di fuori dei vostri pensieri più solipsistici, per cui le camere a deprivazione sensoriale sono sconsigliate, a meno che non siate degli esperti.
Ora rilassatevi ed espandete i vostri sensi fino a comprendere l’ambiente circostante.
Proiettate pure le vostre impressioni e le vostre ansie sull’ambiente, in modo da definire i vari soggetti a seconda della vostra fantasia.
Ad esempio, su una strada alberata potrete percepire la forza segreta delle radici che spacca l’asfalto e, per contrasto, la necessità della strada di portare la civiltà.
Ora traducete ogni istanza di ogni soggetto in una sensazione fisica corrispondente.
La forza vitale degli alberi assumerà la sensazione di una tensione sottile e pervasiva in tutto il vostro corpo. Lo stesso farà la sensazione dell’asfalto rovente sotto al sole, incrinato dalle radici.
Lasciate che le diverse tensioni interagiscano tra di loro nel vostro corpo finché non saranno naturalmente riassorbite, lasciandovi rilassati e vuoti.
Ovviamente ogni qualità percepita nel mondo circostante sarà soltanto una vostra proiezione, quindi non agite sulla base delle vostre schizofrenie. Dovete solo fare finta che la natura voglia riprendersi le città.
In questa tecnica potrebbero esserci tracce di animismo. Ricordatevi che gli esseri umani restano comunque la principale specie intelligente del pianeta: non parlate con gli alberi in pubblico.
Non cercate per nessuna ragione di accoppiarvi con le centrali idroelettriche o con i centri commerciali.
Quando avrete preso dimestichezza con i principi di base aggiungete progressivamente elementi e provate a dare individualità a ogni sensazione separata di ambienti più complessi.
Una strada cittadina immersa nel traffico.
Il vostro quartiere.
Lo spirito collettivo generato dall’unione di tutti i singoli avventori di uno spettacolo teatrale. Non scordatevi gli attori e il personale di scena.
Voi stessi e il vostro interlocutore impegnati in una conversazione che vi coinvolge personalmente.
Voi stessi e i vostri singoli pensieri, esaminati e compresi alla luce della vostra consapevolezza e delle vostre sensazioni in ogni istante: diverse tensioni e distensioni in costante mutamento e in interazione dinamica reciproca.
Arrivati a questo punto dovreste aver ottenuto una buona dimestichezza con questa tecnica.
Oltre una certa soglia potrebbe essere complicato tenere traccia di tutti gli attori coinvolti, quindi non eseguite per nessuna ragione questo esercizio durante prove sociali o in ambienti che non siano protetti: solo gli stupidi si baloccano con le proprie rappresentazioni cinestesiche della realtà invece di agire.
Se sta accadendo qualcosa su cui proiettate delle ansie e delle tensioni troppo gravi per poterle sciogliere rapidamente, vi suggerisco di abbandonare temporaneamente la meditazione.
È importante che chi segue dichiaratamente i miei consigli non sembri pubblicamente uno sciroccato in ritardo di mezz’ora sullo svolgimento della rappresentazione sociale.
A questo punto interviene la Variante del Ruminante Bipede:
A fine giornata, magari nella tranquillità protetta del vostro letto solitario potete riprendere la memoria della tensione che vi ha colpito e sentire all’interno del vostro corpo tutte le sensazioni che non avete potuto digerire sul momento.
Dovete essere molto precisi, e ricostruire nella vostra immaginazione tutti gli elementi, rimodulando la vostra tensione corporea esattamente nella stessa forma che non siete riusciti a dissolvere durante la giornata.
Questo metodo si presta molto bene anche per ripassare gli eventi della giornata e risolvere tutti i nodi emotivi che formano inevitabilmente nel vissuto quotidiano.
A proposito di nodi emotivi: vi ricordo che questa meditazione serve a coltivare piacevolmente gli stati di coscienza più sottili, così come la sensibilità del vostro corpo e della immedesimazione empatica con gli altri (gli alberi non contano!).
Smettete senza indugio alle prime avvisaglie di disagio non giustificato, o di sensazioni sgradevoli che tanto non vi servirà a nulla rivivere.
Ad esempio dovreste sapere che se affrontate la quotidianità da questo spazio di meditazione, prima o poi vi accadrà qualcosa che al vostro ruminare serale sarà indigesto, e finirete seriamente nella merda.
Soprattutto, se vi invaghite di una stronzetta di psicologia con un bel nasino e un fisico da sballo, non state mai, MAI a ruminare su quelle sue cazzate recriminatorie che vi hanno ferito inutilmente.
Imparate prima a riconoscere tra le fighette di psicologia quali sono quelle più idiote e con la sensibilità di un laterizio (e per dare una dimostrazione pratica, ora, Paola, datti cortesemente fuoco per autocombustione).
Grazie a tutti per l’attenzione, e buon purgatorio.
AndreaTaglio
Io io io!! Sto alzando la mano, mi vedi?
Ma lo facevo senza volerlo, in ambienti poco sicuri (autobus affollato è solo POCO sicuro?) e invece degli oggetti percepivo gli scopi e le volontà contrastanti dei presenti. E mi facevo schiacciare dai loro pesi.
Ma non ne vado molto fiera
Sì, adolescenziale e protratto – anche io l’ho sempre fatto in ambienti non protetti (si capisce dal post?)
Ma tu sapevi che eravamo in pochi a farci questi giri? E che tanti potrebbero farci davvero degli esercizi di meditazione come se fosse una cosa stramba?
Mah.
Che fossimo in pochi l’ho sempre intuito. Degli esercizi anche avevo immaginato quando una psicologa idiota mi fece fare training autogeno durante l’adolescenza.
Insomma, avevo intuito un sacco.
Le persone poi sono molto più interessanti degli oggetti: si possono fare cazzate e prendere abbagli molto maggiori con le persone che con gli oggetti e gli ambienti.
Farsi schiacciare poi è davvero una chicchetta 😉 sapevo di poter comunque contare su di te
Beh ma io mi facevo schiacciare sul serio, quello spesso era l’inizio di un attacco di panico di quelli tosti. Bastava mettermi in un ambiente chiuso con estranei con scopi diversi e a volte in conflitto tra loro ed era fatta! Quello che funzionava meglio era l’autobus, imbattibile! Da provare!
F, tutto questo perchè ancora non avevo scritto le istruzioni sull’uso di questi simpatici stati alterati di coscienza autoindotti.
Adesso, con questa pratica guida, potresti farti schiacciare ripetutamente anche fuori dall’autobus. Non ti pare una figata? 😛